LA NOSTRA STORIA

La Tenuta di Pantano Borghese è tra le più antiche dell’Agro Romano e fu acquisita dalla famiglia Borghese nel 1613, la quale effettuò nel XIX secolo la bonifica dell’area facendo defluire le acque del lago nell’adiacente fosso dell’Osa. L’opera rese possibile l’attività agricola che ancora oggi, dopo oltre 400 anni, viene condotta. Si estende per 300 ettari tra la via Casilina a sud e la via Prenestina a nord, nell’agro del comune di Monte Compatri.

Il Dr. Agronomo Federico Cavazza, nipote di Donna Livia Borghese in Cavazza, conduce ad oggi l’Azienda nella quale si produce latte fresco alimentare di alta qualità per il mercato locale di Roma, oltre che cereali tipici dell’Agro Romano. L’attività agricola è tutt’ora prevalente ed i nostri ospiti possono assistere alle varie fasi delle lavorazioni dei campi e dell’allevamento, esperienza ormai rara ed interessante soprattutto per riscoprire le antiche tradizioni e ritornare a pieno contatto con la natura.

Inoltre, con i suoi appartamenti finemente ristrutturati, l’Azienda offre un servizio di Bed & Breakfast di eccellenza a soli 40 minuti di Metro da Roma (Linea Metro C – fermata Montecompatri Pantano). Gli alloggi sono stati ricavati negli antichi casali e godono di una splendida vista sui castelli romani. Soggiornare negli antichi appartamenti significherà tornare indietro nel tempo, cullati dalla storia e dalla bellezza della natura stessa.

Da oltre 15 anni la Tenuta si propone come location ideale per matrimoni ed eventi privati, mettendo a disposizione di tutti i suoi tesori naturali e architettonici finora rimasti inesplorati dal grande pubblico. Gli esterni si caratterizzano con le connotazioni più diverse. Gli scenari si aprono sulle rovine romane dell’Acquedotto Alessandrino III D.C. e sui giardini curati, distese di campi coltivati e radure di sughere centenarie. L’ Acquedotto Alessandrino è stato l’ultimo dei grandi acquedotti costruiti a Roma e fu realizzato nel 226 d.C. da Alessandro Severo da cui prende il nome. L’acquedotto capta l’acqua dalle sorgenti che scaturiscono circa tre chilometri a nord di Colonna, nei pressi di Pantano Borghese; fu voluto dall’imperatore per alimentare le terme neroniane in Campo Marzio, tra il Pantheon e Palazzo Madama, da lui ricostruite e denominate Alessandrine. L’acquedotto fu costruito mettendo a frutto tutte le capacità tecniche del tempo che consentivano leggerezza di masse ed economia di materiali. Aveva un nucleo cementizio rivestito in opera laterizia e il suo percorso si snodava quasi tutto sopraterra attraverso arcuazioni continue: la sua lunghezza è calcolata in 22 chilometri circa e la sua portata era pari a 529 quinarie corrispondenti a 243,34 litri al secondo. Già in epoca antica la costruzione subì una serie di importanti rifacimenti a cominciare dal III-IV sec. d.C. (testo tratto dal sito del Comune di Roma, Municipio Roma VII).